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STORIA
“Vogliamo essere libere di…” I 3 messaggi delle giovani migranti e rifugiate in occasione della Giornata delle bambine e delle adolescenti

La convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza riconosce il diritto di tutti i minori alla protezione da ogni forma di violenza. Ma, stando ai risultati dell’ultimo sondaggio lanciato su U-Report on the Move, circa 4 su 10 dei giovani migranti e rifugiati che hanno risposto alle domande non sono consapevoli di avere diritto alla protezione. Quasi il 20% afferma di essere stato vittima di violenza da quando in Italia e in molti casi si tratta di violenza verbale, spesso legata a episodi di discriminazione. Se nel caso dei ragazzi l’aggressione avviene soprattutto nel posto in cui vivono (39%), le ragazze trovano più pericoloso muoversi da sole. Nel loro caso infatti la metà degli episodi negativi sembrano essere avvenuti per strada e in luoghi di ritrovo pubblici. Solo 6 U-Reporters su 10 dichiarano di sentirsi al sicuro nel posto in cui vivono. 

I risultati del sondaggio sono stati oggetto di approfondimento con un gruppo di giovani migranti e rifugiate. “Per tutti sentirsi al sicuro è una cosa fondamentale ma credo che per le ragazze sia un argomento ancora più sensibile che per i ragazzi – afferma Fatima, 18 anni, che si fa portavoce di tutte le giovani presenti nella sua comunità - Noi tutte siamo arrivate in Italia con la certezza che avremmo avuto una vita migliore, è quello il sogno che vogliamo realizzare, ma per raggiungerlo vogliamo sentirci libere, libere di esprimerci, di muoverci in sicurezza, di raggiungere i nostri obiettivi”.

Sono questi i 3 messaggi che le ragazze affidano ad UNICEF in occasione della Giornata Internazionale delle bambine e delle adolescenti. Le giovani chiedono quindi:

  • ·       Libertà di espressione e di affermazione della loro cultura, non solo come ragazze migranti ma prima di tutto come ragazze;
  • ·       Libertà di muoversi in tutta sicurezza, senza temere sguardi indesiderati e senza preoccuparsi di essere giudicate per il colore della pelle o per il fatto di essere considerate ancora “straniere”;
  • ·  Libertà di raggiungere gli obiettivi personali: poter studiare per realizzare i loro sogni, avere la possibilità di accedere a opportunità formative che le avvicinino al mondo del lavoro, avere un lavoro che consenta di vivere bene.

Un obiettivo che può essere raggiunto facendo perno sull’empowerment e sull’emancipazione delle ragazze ma anche incentivando le occasioni di dialogo e confronto, di inclusione sociale, cambiando la narrativa che ruota attorno la migrazione – anche con attenzione alla stigmatizzazione legata al genere - e il modo in cui ci si confronta con “l’altro” diverso da noi”. È per questo che UNICEF, in collaborazione con altre agenzie delle Nazioni Unite, potenzierà per tutto il 2019 l’intervento a supporto delle giovani, con particolare focus sulle tematiche legate alla violenza di genere.

 

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